News: PREVENZIONE E SICUREZZA NEI LUOGHI DI LAVORO
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Inviato da cortamaltese
domenica 22 maggio 2011 - 19:58:42


PREVENZIONE E SICUREZZA NEI LUOGHI DI LAVORO.
Stato di attuazione del D.Lgs. 81/08 e scenari futuri


SALA MANCINI,
DIREZIONE GENERALE INPS



Articolo di Luca Borgonovo



INPS, sala Mancini, 12/05/2011: sono le ore 10.00 AM quando si aprono i lavori del convegno organizzato dall'Architetto Francesco di Maso, Coordinatore Generale Tecnico Edilizio INPS, sul tema dello stato d'attuazione del Testo Unico 81/2008 e degli scenari futuri in tema di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro.
Per gli addetti ai lavori il tema è più che noto, la connotazione è tecnica, le aspettative sono pertanto tutt'altro che “emozionanti”, sono interessanti.
Ebbene, credo che  nessuno dei partecipanti possa smentirmi se affermo di essermi entusiasmato, di essere stato completamente spiazzato nelle mie aspettative da una qualità degli interventi non solo eccelsa per profondità di trattazione e dettaglio ma anche caratterizzata da uno stile di comunicazione coinvolgente, pratico, tutt'altro che cattedratico che ha trasformato la relazione in un'occasione di confronto ed apprendimento  più unica che rara. Ma veniamo ai fatti.

Aprono l'incontro i padroni di casa:  il Direttore Generale INPS, Dott. Mauro Nori, il Direttore Centrale Risorse Umane, Dott. Ciro Toma, l'Architetto Francesco Di Maso, patron dell'iniziativa congressuale.

La parola passa quindi alla moderatrice, Dott.ssa Wittfrida Mitterer, Università LUMSA di Roma, che presenta il primo dei relatori, il Dott. Michele Lepore dell'Agenzia Europea per la Sicurezza di Bilbao.

Lo stile del Dott. Lepore è subito incalzante. Il primo tema affrontato è quello dei rischi  psico-sociali in ambiente di lavoro, tema che l'Agenzia Europea, ci informa il relatore,  ha definito centrale nei prossimi 2 anni della propria azione.  Agenzia che sta anche predisponendo  uno strumento informatico che, a mezzo di una sorta di telefono cellulare,  consentirà la realizzazione della valutazione dei rischi sul lavoro e la diffusione dell'informazione a tutti gli interessati in real time.
Lepore  passa poi alla trattazione di uno degli aspetti che più stanno a cuore a molti degli astanti: la norma sanziona penalmente non solo per “non aver fatto” ma anche per “non aver fatto a sufficienza” per cui, nella catena delle responsabilità, non ci si salva dimostrando di aver adempiuto a compiti formali.
E' la  sostanza dei fatti che il giudice indaga, i reali comportamenti tenuti dai responsabili (Datore di Lavoro, Dirigenti, Preposti). Solo una corretta vigilanza e l'intolleranza del non rispetto dei requisiti per la sicurezza sono dimostrazioni di serietà di approccio al tema della sicurezza sul lavoro che garantiscono i responsabili.
Costruire un adeguato e reale modello di organizzazione e gestione per la sicurezza e vigilare sul suo rispetto e la sua efficacia è quanto le aziende ed i loro responsabili devono fare.
Grazie dottor Lepore, il suo intervento è stato un po' come la mia sveglia che tutte le mattine prima maledico, per avermi svegliato, e poi benedico,  per avermi svegliato.

La parola passa quindi al Prof. Francesco Avallone, Prorettore dell'Università “La Sapienza” di Roma. Non vi nascondo che il mio primo pensiero è stato: ok, adesso tocca sorbirsi la solita lezione.
Macchè!
Il Professore non fa il professore. Utilizza uno suo stile leggero e  cordiale, sembra quasi che si stia discutendo tra amici eppure,  la lezione c'è tutta e ... di prima qualità.
Il tema è quello della valutazione dello stress da lavoro correlato. L'accento è sulle connessioni, cioè sui rapporti causa-effetto tra variabili indipendenti (ambiente, comportamento, contenuto del lavoro,cultura aziendale,..), intermedie (conflitti interpersonali e di ruolo, conflitti intrapersonali efficienza operativo-gestionale), di moderazione (controllo sul lavoro, impegno, speranza per il futuro, ..) e la variabile  dipendente cioè lo stress da lavoro correlato. Il professore presenta  il modello operativo di analisi. E' logico, è chiaro, sembra quasi semplice. 2  le fasi della valutazione: la prima NECESSARIA (preliminare) e la seconda EVENTUALE (approfondita). La seconda si effettua solo se la prima ne evidenzia l'esigenza. Ma attenzione: lo stress è frutto di una percezione. La percezione è soggettiva e pertanto, per conoscerla, bisogna interpellare gli altri  vincendo la paura della partecipazione/condivisione che troppo spesso ci caratterizza.

E' il turno di Lorenzo Fantini, Ministero del Lavoro. L'accento torna ad essere sugli aspetti giuridici ed in particolare sullo stato dei lavori della Commissione Parlamentare per la Sicurezza sul Lavoro che, con i D.Lgs. 81 e 106 , rende centrale  il modello di organizzazione e gestione per la salute e la sicurezza sul lavoro. Il DVR (Documento di Valutazione dei Rischi)  è, per sua natura, solo un documento. La sua importanza non è la sua formalizzazione ma la sua reale, continua, cosciente, responsabile attuazione. La cultura dell'adempimento, insomma, non è più sufficiente. Il legislatore la ha superata  a favore della  nuova ed indiscutibile cultura dell'attuazione. Il lavoro della Commissione Parlamentare oggi è tutto in tale senso, rivolto alla realizzazione di strumenti ad uso delle aziende che ne agevolino, rendendoli più efficaci, i processi reali a salvaguardia della salute e della sicurezza sul lavoro. Il tempo della normazione si è concluso, la normazione è completa, è diffusa, ora c'è da diffondere la cultura della sicurezza e gli strumenti per farla.

Si avvicenda poi il Dott. Eugenio Pacelli, Università “La Sapienza” di Roma, che tratta il tema della “sindrome dell'edificio malato” che provoca stati patologici che vanno dal mal di testa alle irritazioni, dall'incapacità di concentrarsi   alla sonnolenza, stati tutti causati dalla cattiva e non controllata qualità dell'aria.

E' quindi la volta del Dott. Fulvio D'Orsi, Direttore dello SPRESAL RM/C, che  centra il suo intervento sull'attività dell'Organismo di Vigilanza  volto alla verifica della corretta applicazione delle norme tecniche per la prevenzione dei rischi e alla verifica della realisticità del Piano Attuativo per la riduzione/controllo dei rischi rilevati.
L'occasione è perfetta per ricordare a tutti i presenti che la valutazione dei rischi in azienda non è il FINE ma è invece il MEZZO da utilizzare a garanzia della salute e sicurezza, non è uno STATO bensì un PROCESSO  che, speriamo,  non finisca mai.

Oramai il pomeriggio è inoltrato ma i presenti non accennano a dare segni di stanchezza, anzi, siamo tutti in attesa del gran finale che, come promesso dal programma del convegno, non tarda ad arrivare.
Mi riferisco all'intervento di Raffaele Guariniello, PM di Torino, agli onori della cronaca anche per il drammatico accadimento  allo stabilimento torinese della ThyssenKrupp.
Trattasi di veri fuochi d'artificio ed in tanti rimaniamo a  bocca aperta.
Il tema è ancora quello della responsabilità giuridica:
- quella amministrativa delle società,
- quella penale degli amministratori,
- quella delle imprese nei confronti dell'INAIL.
Il PM prende ad esempio per la sua trattazione il caso delle SPA. Chi è il Datore di Lavoro in una SPA? Cioè, chi esercita i poteri decisionali e di spesa? Tradotto in termini legali, in capo a chi sta  la responsabilità penale?
Risposta: all'Amministratore Delegato e, a cascata, agli altri dirigenti delegati.
Sbagliato”, ci risponde il PM con i modi cortesi e la gradevolezza espressiva che lo caratterizzano.
E' la Corte di Cassazione a dare la risposta esatta: il Datore di Lavoro è individuato nell'insieme dei componenti del Consiglio di Amministrazione e non nel solo Amministratore Delegato.
Certo, il Consiglio di  Amministrazione può delegare alcune funzioni (non l'effettuazione della valutazione dei rischi e la redazione del relativo DVR, non la nomina del RSPP) ma mai la relativa responsabilità.
A questo punto, come direbbe qualcuno, “la domanda nasce spontanea” ed è la seguente: il dirigente delegato, affinchè la sua delega sia effettiva, deve accettarla formalmente?
Il PM risponde. E' una risposta dotata di chiarezza e ovvietà quasi disarmanti: la non accettazione è certamente consentita, motivata o immotivata che sia, ma ciò che è vero è che la responsabilità del dirigente così come quella del preposto, prescinde dalla delega. E' già presente ed effettiva. Lo dichiara  il D.Lgs.

IL PM torinese passa dunque ad affrontare il tema della responsabilità amministrativa delle società. Presupposto essenziale perchè si possa chiamare in causa tale responsabilità è la dimostrazione che il reato sia stato commesso a vantaggio o nell'interesse della società. Ma in quali casi  un reato colposo quale la lesione o l'omicidio può considerarsi commesso a vantaggio o nell'interesse della società?
I casi, purtroppo, non sono rari come in prima istanza si potrebbe immaginare, anzi, sono tanti, sono tutti quelli in cui si possa dimostrare che la società, allo scopo di ottenere un vantaggio economico e/o finanziario, non abbia voluto sostenere i costi , non abbia voluto effettuare gli  investimenti necessari alla salvaguardia della salute e la sicurezza dei propri lavoratori.
L'esonero dalla responsabilità amministrativa delle società è possibile ma a condizione che la stessa sia in grado di dimostrare di aver progettato, implementato, gestito e monitorato un adeguato modello di organizzazione e gestione atto a prevenire tali reati. Completa tale modello la costituzione ed attivazione di un idoneo Organismo di Vigilanza a cui partecipino adeguate professionalità connotate da autonomia valutativa e decisionale.
Sintetizzo, a tal proposito, le risposte a 2 delle domande affettuate su questo punto al dott. Guariniello:
1) Può partecipare all'Organismo di Vigilanza il RSPP? La risposta è secca: no, non gode della necessaria autonomia.
2) E se si trattasse di Organismo di Vigilanza certificato? La risposta è ancora:  no, non gode ugualmente  della necessaria autonomia.
Qualcuno in sala commenta: “ma allora noi.....”.
Grazie dott. Guariniello per averci fatto venire dei sani dubbi.

I lavori congressuali si chiudo alle 17.30 come da cronogramma con  il più rilassante intervento dell'architetto di Colonia, Christian Schaller, che ci mostra alcuni begli esempi di architettura sostenibile e sicura per gli spazi lavorativi.

Grazie ancora INPS, grazie a tutti i relatori, grazie di questa giornata istruttiva e stimolante. La mia, la nostra,  speranza è che di convegni di analogo spessore se ne organizzino ancora.

di Luca Borgonovo



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